Si può misurare la pubblicità in televisione?

Se ne sente parlare moltissimo e, in ogni caso, la pubblicità in televisione è uno dei metodi più diffusi con cui gli enti permettono la trasmissione dei canali. Misurare la pubblicità in televisione significa valutare i parametri di copertura, ossia la metrica principale con la quale è possibile misurare un qualsiasi tipo di campagna pubblicitaria a mezzo televisivo.

La portata si riferisce al numero di spettatori che, durante un dato periodo di tempo, hanno la possibilità di vedere un determinato annuncio televisivo. Generalmente, i network pubblicitari e, in particolare, gli specialisti delle vendite in ambito di advertising, sono soliti accedere a dati estesi sulla portata della programmazione di uno spettacolo o di una rete.

Così facendo, essi avranno la possibilità di prendere decisioni sui metodi e i canali di trasmissione delle loro campagne pubblicitarie televisive. Da non sottovalutare, poi, il fatto che la copertura sia un elemento cardine nel calcolo della valutazione lorda relativa alle campagne di advertising più lunghe.

Non sono soltanto le campagne pubblicitarie televisive a poter essere misurate. Se ti è capitato di inviare dei messaggi pubblicitari all’interno di una campagna di mobile marketing, ti sarai accorto che la pubblicità SMS può essere utilizzata per conseguire più obiettivi e, soprattutto, può essere monitorata e misurata. In ogni caso, se vi stavate chiedendo se fosse possibile misurare la portata di una pubblicità televisiva, la risposta è sì. Scopriamo come.

Come misurare la copertura pubblicitaria in TV

Generalmente, gli addetti ai lavori in ambito pubblicitario osservano i contenuti pubblicitari dal punto di vista della copertura delle offerte di mezzi e, anche, riferendosi alla frequenza con cui lo spettatore è in grado di vedere l’annuncio. Lo strumento maggiormente utilizzato è il punto di valutazione lordo. I vari punti vengono calcolati moltiplicando il pubblico raggiunto per la frequenza con cui questo è stato esposto al messaggio pubblicitario in un dato periodo di tempo.

Ottenere un punto significa raggiungere l’’un percento del pubblico potenziale. Un altro metodo per effettuare questa valutazione risiede nella portata effettiva, ossia la percentuale di possibile pubblico che vede un annuncio e la frequenza con cui quest’ultimo viene visualizzato. Gli inserzionisti giudicano, in questo modo, la qualità dell’esposizione dell’annuncio.

Quando la frequenza è troppo alta, si pensa possa recare effetti controproducenti alla campagna. Secondo gli inserzionisti, un annuncio andrebbe visto alcune volte prima che abbia un impatto sul pubblico e, in caso di eccessi, potrebbe portare ad una sovraesposizione. Tutte queste informazioni, poi, vengono utilizzate anche per comprendere i target di riferimento dei prodotti e servizi che si stanno pubblicizzando.

Le valutazioni del Reach vengono, per questo, divise in fasce d’età, in modo che gli addetti possano trasmettere le pubblicità relative al loro prodotto nella fascia oraria che potrebbe rimanerne colpita maggiormente. Infine, le aziende sono solite effettuare indagini di ricerca metodologica al fine di stabilire, non solo il target d’età, ma anche quello demografico, relativo al sesso, alla razza e al reddito per far sì che le campagne pubblicitarie abbiano l’impatto sperato.

Insomma, l’advertising televisivo richiede tutta una serie di calcoli ed accorgimenti particolarmente dettagliati al fine di destinare la giusta campagna al target corretto e ottenere da essa i risultati sperati. Di solito, comunque, sono le agenzie pubblicitarie e i rappresentanti di vendita di pubblicità a detenere i dati che servono per organizzare una campagna pubblicitaria con criterio.

Rivolgersi agli esperti di settori si rivela, dunque, essere la scelta migliore nell’ambito dell’advertising, al fine di conseguire gli obiettivi auspicati per la propria campagna di marketing che, altrimenti, potrebbe rivelarsi solo un esoso dispendio di tempo, denaro e preziose energie.