Come funziona l’algoritmo di Google e come potrebbe evolversi in futuro

Chi opera quotidianamente sul web sa a tutti gli effetti che ci sono alcune informazioni assolutamente da conoscere, che riguardano soprattutto i meccanismi dei motori di ricerca. Google, in particolare, ha alla base un algoritmo che consente agli utenti di ottenere i risultati che vengono indicati come migliori sulla base delle ricerche effettuate. Allo stesso tempo l’algoritmo di Google è in grado di classificare e di organizzare le pagine web per restituirle proprio a coloro che effettuano le ricerche. Ma come funziona l’algoritmo di Google e qual è la sua evoluzione nel corso del tempo?

Come funziona l’algoritmo del motore di ricerca

Un consulente SEO deve necessariamente conoscere i “segreti” di Google e del suo algoritmo. A riguardo è possibile leggere questo interessante approfondimento su cosa può fare un consulente seo scritto da Roberto Serra, uno dei più noti esperti in materia.

Il lavoro di un consulente SEO è proprio quello di cercare di scoprire come funziona il meccanismo che sta alla base dei motori di ricerca, mettendo in atto delle strategie adeguate per favorire ottimi risultati nell’ambito del posizionamento delle pagine di un sito nei motori di ricerca.

L’algoritmo, in generale, è una serie di istruzioni che vengono codificate in un determinato linguaggio, con l’obiettivo di ottenere uno specifico risultato. Anche nel caso di Google, l’algoritmo agisce con un obiettivo ben preciso, quello di determinare il posizionamento delle pagine web nelle SERP del motore di ricerca.

Google si pone lo scopo di rispondere nel modo migliore alle intenzioni di ricerca degli utenti e vuole farlo sempre in modo molto preciso. L’algoritmo di Google può includere tre fasi: crawling (Google segue i link e scansiona le pagine), indexing (la fase di creazione dell’indice delle pagine che vengono scansionate), ranking (l’ordinamento dei risultati nelle SERP).

L’evoluzione dell’algoritmo di Google

Un’evoluzione, come dicevamo, che l’algoritmo di Google sta attraversando nel corso degli anni, con numerosi aggiornamenti che hanno riguardato e riguardano la storia del motore di ricerca. Si può partire, ripercorrendo questa storia, dal 2011, con l’aggiornamento che è stato denominato Panda, che aveva come scopo quello di migliorare l’esperienza degli utenti, valutando alcuni fattori essenziali che potevano determinare la qualità di un sito web, come, ad esempio, la navigabilità.

Tra gli altri aggiornamenti più noti c’è sicuramente Penguin, del 2012, che aveva l’obiettivo di effettuare delle penalizzazioni per i siti che mettevano a punto la tecnica del keyword stuffing o che utilizzavano scambi di link per la creazione di backlink non di grande qualità.

Hummingbird è del 2013 ed è un aggiornamento molto interessante, che ha delle ripercussioni sulla semantica SEO.

Tra le altre evoluzioni dell’algoritmo del famoso motore di ricerca, possiamo citare anche Mobilegeddon, del 2015, che premia i siti che si rivolgevano al mobile e quelli con una struttura responsive.

Infine, tra gli ultimi aggiornamenti, c’è anche BERT, rilasciato alla fine del 2019, che si basa sulla rete neurale per elaborare il linguaggio naturale.

Proprio di nuove tecnologie e di intelligenza artificiale non si può non parlare nel considerare il futuro dell’algoritmo di Google. Nei prossimi tempi le nuove frontiere dell’evoluzione di questo settore riguardano il machine learning, ad esempio, con lo scopo di mettere a disposizione degli utenti dei risultati di ricerca che si fondano sempre di più sulla possibilità di rispondere all’intento di ricerca.

Si cercherà sempre di più di interpretare le richieste effettuate dagli utenti su Google, per restituire dei risultati che si avvicinano maggiormente a ciò che l’utente stesso vuole scoprire. È evidente che, nel momento in cui Google mette a disposizione una nuova versione degli algoritmi, si verificano dei cambiamenti nelle SERP, che a volte possono avere anche una notevole rilevanza.